Il mondo del poker legale negli Stati Uniti è di nuovo in allerta. Una nuova proposta di legge federale, definita ironicamente la “Big Beautiful Bill“, sta sollevando forti preoccupazioni tra i professionisti del settore. Tra i più critici, Phil Galfond, noto player e imprenditore del poker online, che ha definito il disegno di legge “very scary for poker” per i suoi possibili effetti disastrosi sul mercato regolamentato.
Una legge “troppo bella per essere vera”?

La proposta, sostenuta da alcuni membri del Congresso con l’obiettivo dichiarato di “armonizzare” le normative statali sul gioco online, prevede nuove restrizioni e requisiti federali per gli operatori di poker. In teoria, la legge dovrebbe facilitare un quadro normativo unificato. Nella pratica, però, rischia di:
- Imporre costi elevatissimi per le licenze federali
- Limitare l’accesso agli operatori già attivi a livello statale
- Escludere tecnologie estere, anche se già certificate in singoli stati
- Centralizzare il controllo dei network multi-stato, riducendo la libertà di operare
Secondo Galfond, una tale legge potrebbe scoraggiare nuovi investimenti, ma anche costringere le piattaforme esistenti a uscire dal mercato legale, con il risultato opposto rispetto a quello dichiarato: favorire il mercato nero.
Le reazioni della community
La reazione della community pokeristica è stata immediata. Su X (ex Twitter), Reddit e forum specializzati, molti professionisti hanno espresso timore per quello che vedono come un “attacco mascherato” alla libertà del poker online. Alcuni operatori stanno già valutando l’eventualità di una battaglia legale, nel caso il disegno di legge venga approvato nella forma attuale.
Phil Hellmuth, pur non entrando nei dettagli, ha condiviso un messaggio di supporto a Galfond, sottolineando come “il poker meriti leggi che rispettino la storia, i giocatori e le comunità locali”.
Cosa rischiano i giocatori
Per i giocatori, i rischi sono concreti:
- Riduzione dell’offerta legale di poker online, con chiusura di siti operativi
- Perdita della liquidità condivisa tra stati (es. New Jersey, Nevada e Michigan)
- Meno tornei ufficiali, meno rakeback, meno varietà
- Ritorno a piattaforme non regolamentate, con tutti i rischi di sicurezza, affidabilità e legalità
Inoltre, l’incertezza normativa potrebbe rallentare o bloccare anche gli sviluppi tecnologici già in corso, come l’uso dell’IA per il gioco responsabile, o i progetti basati su blockchain e smart contract.
Mentre il poker dal vivo vive una nuova giovinezza grazie alla WSOP 2025, il poker online rischia una battuta d’arresto se la nuova legge federale dovesse passare. Le parole di Galfond non sono da sottovalutare: il settore ha bisogno di regole intelligenti, non di ostacoli burocratici che favoriscono solo il gioco illegale.