All-In: Che cos’è e quando si usa nel Poker

Chi non ha conosciuto il poker a cavallo tra il primo e il secondo decennio degli anni duemila probabilmente non associerà quanto scritto sopra alla voce del mitico Ciccio Valenti, tra gli storici commentatori di Poker Italia 24 sulle reti Mediaset.

Due paroline, all-in, entrate di diritto nell’immaginario di tutti gli appassionati di No Limit Hold’em, semplicemente perché ne rappresentano l’essenza. Il motivo? Andiamo a scoprirlo assieme…

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L’importanza dell’all-in nel poker

Cominciamo innanzitutto col rispondere alla domanda formulata nel titolo di questo articolo: cosa significa all-in nel poker?

Come tantissime altre parole prese in prestito dall’inglese, una moda che nel poker ha dato vita a veri e propri neologismi a seguito di adattamenti e storpiature dei termini anglofoni, anche l’espressione “all-in” è diventata di uso comune tra i pokeristi.

All in significa letteralmente “tutto dentro“, in riferimento al gesto di spingere tutto il proprio stack al centro del tavolo. Fare all-in nel poker significa puntare tutte le proprie chip a disposizione.

E’ la mossa più rischiosa, proprio perché in caso di perdita si verrà eliminati dal torneo (salvo re-entry) o si dovrà decidere se acquistare o meno un’altra posta laddove si giochi cash-game.

Cosa ci si deve aspettare dopo un all-in?

Detto in termini spicci, l’all-in corrisponde al momento della verità. Nel caso in cui venissimo chiamati da uno o più avversari saremo costretti a mostrare le nostre carte per arrivare al cosiddetto showdown.

Insomma, il rischio è quello di perdere tutte le proprie chip nella peggiore delle ipotesi…Ma nei casi migliori potrebbero tornare raddoppiate o addirittura triplicate, a seconda di quanti giocatori hanno investito delle chip nel piatto.

L’all-in è indubbiamente la mossa più forte nel Texas Hold’em, ed è possibile soltanto nella sua variante No Limit. Nel Limit Hold’em infatti, è impossibile andare all-in in quanto la puntata massima corrisponde a un big blind, rilanci compresi.

Le situazioni in cui si può andare all-in

Per quanto ogni giocatore sia libero di investire le proprie chip nel modo e nei tempi che desidera, sempre che sia il suo turno per effettuare una puntata, l’all-in viene utilizzato quasi esclusivamente in occasioni specifiche.

Il criterio per capire quando andare all-in o chiamare l’all-in avversario si basa innanzitutto sulle odds, ovvero sulla convenienza matematica nel mettere tutte le chip in mezzo a fronte di una determinata equity (non al river ovviamente, quando non vi sarà più possibilità di migliorare il proprio punto).

Una volta fatti i dovuti calcoli si passa al gioco vero e proprio: in base a stack, posizione, immagine al tavolo e tantissimi altri elementi, dovremo decidere se il nostro all-in (o un eventuale call a un all’in avversario) valga la pena di essere effettuato.

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All-in per valore

Quando andiamo all-in, agli occhi dei nostri avversari, stiamo dichiarando di avere la mano migliore. Non necessariamente in assoluto (punto nuts) ma semplicemente migliore di quella/e del nostro/dei nostri avversario/i.

Il fatto che sia vero o meno non importa, saranno gli altri concorrenti a decidere. E quando si va all-in per valore (ovvero si è abbastanza sicuri di avere il punto più forte) bisogna sempre capire se chi ha la parola dopo di noi abbia una mano abbastanza forte per chiamare.

All-in in bluff

Allo stesso modo, se pensiamo che il nostro avversario abbia una mano che a fronte di un all-in potrebbe passare sebbene la nostra sia di valore inferiore, allora il nostro all-in sarà un bluff.

Per rendere un bluff profittevole occorre in primis mettere l’avversario fuori odds, ovvero offrirgli un prezzo da pagare troppo alto per l’equity che in quel momento pensa di avere.

E’ possibile farlo anche quando si lasciano delle odds sufficienti all’avversario, ma in questo caso la buona riuscita dipende dall’history al tavolo e dal flow della partita.

Altri modi di dire all-in

Lo slang pokeristico è molto ricco e per dire all-in esistono anche altri modi. Eccone alcuni:

  • Resto – mandare i resti, mettere le chip restanti in mezzo.
  • Vasca – mandare la vasca, rovesciare tutte le proprie chip al centro
  • Shove – spinta, in riferimento al gesto di spingere le chip.
  • Push – sinonimo di shove.
  • GL – Acronimo di good-luck, buona fortuna. “Essere in GL”, tra pokeristi, significa trovarsi in all-in.

Il Poker nel Linguaggio Comune

Il poker al giorno d’oggi ha raggiunto una tale popolarità che il linguaggio pokeristico pare sia diventato di uso comune anche tra chi di poker non se ne intende molto.

Spesso sentiamo parlare di raise, di all-in, di fold e di altri termini derivanti prevalentemente dall’inglese e li riadattiamo nel nostro linguaggio quotidiano anche senza conoscerne a pieno il significato. In rete ormai spopolano i glossari del poker, quasi fosse necessario realizzare un dizionario dal poker all’italiano e viceversa.

Senza dubbio uno dei termini più conosciuti ed utilizzati è: all in, ma cosa significa esattamente?

Con il termine all in si intende l’azione di un giocatore che scommette tutte le chips che gli rimangono. Tutti i giocatori attivi nella stessa mano possono vedere ed eventualmente rilanciare contro la somma All-in del giocatore senza che egli sia obbligato a vedere o coprire tali somme.

Ovviamente il giocatore che ha fatto All-in puo’ vincere il piatto solo per l’ammontare esatto del suo All in aumentato di ogni call ricevuto durante quella mano. Tutte le puntate ed i rilanci più consistenti costituiscono un piatto secondario ( side pot ) che resta conteso dai restanti giocatori.

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Sinonimi di all-in

Essendo la mossa per eccellenza del No Limit Hold’Em, “all-in” ha tantissimi sinonimi. Si va da singole parole a veri e propri modi di dire: ecco i principali.

  • Push: il verbo inglese è usato per designare lo spingere le chips in mezzo al tavolo
  • Shove: come sopra ma c’è un nome al posto del verbo, letteralmente significa ‘spintone’
  • Mandare resti: il modo di dire si è diffuso qui in Italia intendendo il mettere nel piatto tutto quello che resta. A volte si sente nella forma alternativa “mandare vasca”, da cui “vascare”.
  • Pila: indica la pila di chips una sull’altra. A volte è usato per intendere un raise consistente.
  • Babilonese: diffuso soprattutto qualche anno fa tra i regular online, questo sinonimo di all-in vede nelle chips impilate una torre di Babilonia.

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