L’India compie un passo deciso verso una regolamentazione più severa dei giochi online con denaro reale. Il 3 giugno 2025, la Madras High Court ha confermato la validità della legge del Tamil Nadu che impone restrizioni rigorose a piattaforme di poker, rummy e altri giochi digitali a puntata. Una sentenza destinata a fare scuola, che ridefinisce il confine tra tutela del consumatore e libertà individuale nel mondo digitale.
Verifica obbligatoria, limiti di orario e di spesa: cosa cambia per i giocatori

La nuova normativa impone agli operatori di gioco online una serie di obblighi stringenti, volti a limitare i rischi di dipendenza e a garantire maggiore trasparenza. Tra le misure principali:
- Verifica in due fasi tramite Aadhaar: ogni giocatore deve autenticarsi usando il proprio codice Aadhaar con conferma OTP sul numero di telefono registrato.
- Divieto assoluto di accesso tra mezzanotte e le 6 del mattino, per scoraggiare il gioco compulsivo nelle ore notturne.
- Limiti di spesa giornaliera, settimanale e mensile, con notifiche automatiche e avvisi periodici durante le sessioni di gioco.
- Divieto per i minori di 18 anni di registrarsi o partecipare a qualsiasi forma di gioco a pagamento.
- Restrizioni alla pubblicità: le piattaforme non possono più promuovere i giochi con messaggi fuorvianti e devono obbligatoriamente inserire avvisi sui rischi della ludopatia.
Le aziende dovranno inoltre offrire strumenti per l’auto-esclusione e sistemi di monitoraggio del comportamento dell’utente.
La Corte: “Il diritto alla privacy non è assoluto”
Con questa sentenza, la Madras High Court ha chiarito che lo Stato ha piena legittimità nel legiferare per la tutela della salute pubblica. Sebbene il diritto alla privacy sia costituzionalmente garantito, non può prevalere sull’interesse collettivo quando si tratta di fenomeni socialmente rischiosi come la dipendenza da gioco.
Inoltre, la Corte ha sottolineato che l’assenza di una legge federale in materia giustifica l’intervento normativo a livello statale, specialmente in un contesto di forte crescita del settore e di gravi episodi legati all’abuso del gioco online.
La reazione non si è fatta attendere. Diversi operatori, tra cui Junglee Games, Games24x7, WinZO e altri, hanno espresso forte preoccupazione per gli impatti negativi sul business e sull’esperienza degli utenti. Alcuni giocatori professionisti hanno portato il caso alla Corte Suprema indiana, sostenendo che la legge limita la libertà di esercitare una professione legittima.
In particolare, si contesta:
- L’impossibilità di partecipare a tornei internazionali trasmessi in orari notturni.
- L’obbligo di autenticazione via Aadhaar anche da parte di società private.
- Il rischio che la legge favorisca l’emersione di mercati illegali e piattaforme non regolamentate.
Un possibile modello per il futuro del gioco online in Asia?
Mentre la controversia giunge alla Corte Suprema, altri Stati indiani stanno osservando da vicino gli sviluppi. Se confermata, questa regolamentazione potrebbe diventare un modello nazionale o persino regionale, influenzando anche le politiche di altri Paesi asiatici in cui il gioco online è in forte espansione ma ancora poco regolamentato.
In sintesi, il Tamil Nadu diventa il primo Stato indiano a imporre una disciplina ferrea sul poker e il rummy online, in nome della tutela sociale. Resta ora da vedere se l’intervento sarà efficace, equilibrato e soprattutto accettato dal mercato e dalla giurisprudenza centrale.