L’ICM, acronimo di Independent Chip Model, è un modello matematico che serve a determinare il valore monetario dei chip durante un torneo. A differenza del cash game, dove ogni chip ha un valore diretto e costante, nei tornei il valore dei chip è relativo e variabile.
Questo accade perché il montepremi viene distribuito secondo una struttura a premi decrescente, e non tutti i giocatori vinceranno qualcosa. In altre parole, i chip guadagnati non hanno lo stesso peso di quelli persi. Esempio semplice: in un torneo con tre giocatori rimasti e una distribuzione premi 50% – 30% – 20%, raddoppiare il proprio stack non raddoppia il payout atteso. Per questo l’ICM è uno strumento cruciale per prendere decisioni corrette nelle fasi avanzate di un torneo.
Come funziona l’ICM

Il modello ICM calcola la probabilità che ogni giocatore arrivi in una determinata posizione a premi sulla base dello stack posseduto, confrontandolo con quello degli altri giocatori. Da questo si ricava un “valore monetario atteso” (EV) del proprio stack, espresso come frazione del payout.
L’ICM tiene conto solo di due fattori:
- distribuzione del montepremi
- dimensioni relative degli stack
Non considera abilità, posizione, blinds o ordine di azione, il che è sia un punto di forza (modello neutrale) sia un limite.
Implicazioni strategiche dell’ICM

Riduzione dell’aggressività
Uno degli effetti principali dell’ICM è che gli stack medi e grandi devono giocare in modo più conservativo quando ci sono giocatori short. Questo perché, eliminando uno short stack, il valore atteso del proprio stack aumenta senza dover rischiare nulla.
I giocatori short devono rischiare
Paradossalmente, chi ha uno stack molto corto ha meno da perdere in termini di ICM. Questo lo spinge ad adottare strategie più aggressive, cercando di raddoppiare per rientrare in gioco. Spesso ha più EV pushare con mani marginali rispetto a foldare e sperare che qualcun altro venga eliminato.
Evitare il collasso dell’EV
Esempio tipico: sei in bolla, sei terzo su quattro, uno stack è molto corto. Chiamare l’all-in di un big stack con una mano decente (es. AJs) potrebbe essere matematicamente perdente in ottica ICM, perché se perdi vieni eliminato senza premi. In questi casi, foldare una mano che sarebbe +EV in un cash game è corretto secondo l’ICM.
Applicazione pratica: spot comuni

Vicino alla bolla
Quando mancano pochi giocatori all’ITM, l’ICM è particolarmente rilevante. Molti giocatori iniziano a foldare mani forti pur di non rischiare. In questa fase, un grosso stack può abusare della situazione rubando molti piatti preflop senza resistenza.
Tavolo finale
Con la struttura dei premi sbilanciata, ogni eliminazione cambia drasticamente l’EV degli altri. Ecco perché spesso si vedono fold di mani forti (es. QQ) contro l’all-in di uno short stack: l’EV di restare in gioco è superiore al rischio.
Deal al final table
Molti deal nel poker live e online si basano sull’ICM. I giocatori accettano di dividere il montepremi in proporzione al valore ICM dei loro stack, in modo “giusto” e matematicamente equo.
Errori comuni legati all’ICM
- Sopravvalutare mani forti: non sempre QQ o AK sono da giocare se si rischia l’eliminazione
- Ignorare lo stack degli altri: l’ICM è una dinamica collettiva, non individuale
- Giocare troppo passivamente: chi si adatta male all’ICM può essere schiacciato dai big stack che sfruttano la paura degli altri
L’ICM è un concetto fondamentale per chi vuole ottenere risultati nei tornei di poker. Comprendere il valore reale dei chip e adattare il proprio stile di gioco alle fasi avanzate del torneo può fare la differenza tra una serie di piazzamenti minori e una vittoria importante. Ignorarlo significa prendere decisioni corrette dal punto di vista tecnico, ma sbagliate in ottica premi. Per questo, ogni giocatore da torneo dovrebbe studiarlo e integrarlo nella propria strategia.