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‘jungleman12’ si autoaccusa: “Sono colpevole di account sharing”

Scritto da Pokerista


Il player Daniel ‘jungleman12’ Cates, la scorsa settimana, ha dichiarato il suo coinvolgimento nello scandalo che ha travolto il portoghese José ‘Girah’ Macedo ammettendo, a sua volta, di essere colpevole di account sharing.

A quanto pare, lo scandalo che ha coinvolto il player portoghese sembra non avere più fine tanto che, durante l’appena trascorso fine settimana, il player statunitense (tra i giocatori di poker cash ad alti limiti, è stato quello con il maggior numero di vincite di tutto il 2010) Daniel Cates, ha confermato ai giornalisti di aver giocato con l’account di Macedo, come ha fatto anche Haseeb Qureshi, suo collega nonchè intimo amico. (Cates, in precedenza, aveva negato il suo coinvolgimento nella vicenda dichiarando di essere stato a sua volta vittima di scamming, come altri giocatori, da parte di Macedo)

Sulle principali piattaforme di poker online, molti player hanno espresso dubbi sul comportamento dello statunitense a tal punto che, sentendosi messo alle corde, ha rilasciato una seconda intervista ammettendo il suo coinvolgimento nella vicenda sottolineando di aver giocato con l’account di Girah.

Cates non si è limitato a dire questo, ha inoltre affermato di essere stato proprio lui a giocare con l’account ‘samchauhan’, per mezzo del quale è stato effettuato il chip dumping da $100,000 verso Macedo, che ha permesso a quest’ultimo di vincere la Bluff Challenge (si tratta di una classifica mensile di guadagni sul poker online, in modalità cash, che la room Lock Poker mette in palio. Macedo, a causa della sua “furbata”, si è visto togliere il posto da player sponsorizzato).

L’aspetto più sorprendente delle dichiarazioni di Cates sta nell’aver detto che il player Haseeb Qureshi non ha mai giocato, smentendo di fatto le sue parole e conclude l’intervista citando anche iPoker all’interno dello scandalo, dicendo che sul network iPoker ha fatto sharing con un nick intestato a Quereshi, “Toshian”. Non ci resta altro da fare che aspettare a quali conseguenze porteranno queste nuove, scottanti rivelazioni.

Filippo Maniscalco

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