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In difesa del Poker live

Quando arriverà finalmente il poker live anche in Italia? Rumori si susseguono da mesi, anni. Al momento la data fatidica dovrebbe coincidere con il 31 gennaio 2013, entro cui dovrebbero essere assegnati i bandi di gare per il poker live. L’unica cosa certa, paradossalmente, è in realtà l’incertezza che avvolge l’intero processo: già diverse volte è successo che il termine previsto sia stato rimandato.

In Italia il poker non gode di una buona fama a livello di opinione pubblica, questo è assodato. L’idea prevalente è che si tratti di un gioco che ha a che fare unicamente con la fortuna (insomma, un gioco d’azzardo vero e proprio) e che sia la causa principale, dato il successo che ha goduto in tempi recenti sia nella sua versione online che nei programmi televisivi, della rovina economica di interi nuclei familiari e del pervertimento di giovani menti che vi si avvicinano.

In realtà questi pregiudizi sul poker sono difficili da sradicare (e certamente non solo in Italia) perché si basano su diversi decenni in cui il gioco è stato spinto ai margini della società, associato a situazioni al limite della legalità, ad ambienti criminali e situazioni sordide. Sicuramente il clima di condanna che ha investito l’Italia in seguito alla liberalizzazione del gioco d’azzardo online e in particolare alle polemiche seguite alle pubblicità dell’AAMS non ha contribuito a metterlo in una luce migliore.

Le polemiche erano probabilmente previste e in qualche modo messe in conto. La liberalizzazione del gioco d’azzardo è importante perché toglie un giro di denaro enorme dalle mani della criminalità organizzata, ma forse si sarebbe potuto fare di più per operare un distinguo e sensibilizzare l’opinione pubblica: il poker è prima di tutto un gioco d’abilità, come molte di noi non si sono ancora (fortunatamente) stancati di ripetere.

Al di là delle preferenze personali, c’è sicuramente una differenza tra collegarsi ad un sito come Slotonlinegratis.it per tentare la fortuna con le slot machines e passare invece ore ai tavoli (virtuali o meno), studiarsi tecniche e probabilità, migliorarsi costantemente per raggiungere un livello superiore di gioco. Qualcuno negli Stati Uniti pare averlo capito, proponendo addirittura l’introduzione del poker a livello accademico. Si spera che, lentamente, si arrivi a qualcosa di simile anche in Italia, o perlomeno ad una cessazione di questo stigma sociale.

Forse proprio la liberalizzazione del poker live potrebbe essere un passo nella giusta direzione: mostrare alla luce del sole quello che avviene in una partita di poker, togliergli quell’alone misterioso e un po’ sospetto che, volente o nolente, anche la figura del giocatore di poker online contribuisce a mantenere, per ridargli la dignità di gioco d’abilità e talento che si merita. Speriamo quindi che l’anno prossimo segni davvero un nuovo inizio e non l’ennesimo rinvio.

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Pokerista