Sono diversi i settori che sono stati messi in ginocchio dalla pandemia di Covid cominciata in Italia all’inizio dell’anno scorso e fra questi c’è anche quello delle case da gioco tradizionali. Se per altri comparti economici sono subito stati previsti aiuti e in ogni dpcm si è presa in considerazione la loro situazione, così non è stato per il settore ludico dei giochi. Nei vari provvedimenti adottati sino ad oggi o non si è detto nulla o si è parlato solamente di chiusure e limitazioni.
Alle spalle delle sale da gioco, però, ci sono aziende, dipendenti con famiglie e costi da sostenere. È per questo che dopo l’ennesimo silenzio sulla possibilità di riaprire le case da gioco al più presto, vista la grave situazione di crisi, i casinò hanno redatto un documento unico valido per il casinò di Venezia, per quello di Sanremo e per Saint Vincent, al fine di richiedere un sostegno al Governo. L’obiettivo è tutelare aziende che pagano le tasse (e salate) puntualmente all’erario, che danno lavoro a molte persone e che rappresentano anche in qualche modo un po’ la storia delle città nella quale sono ubicate. Ecco di preciso le richieste.
La riapertura in sicurezza è necessaria per evitare la chiusura totale
Il settore dei giochi tradizionale è in piena crisi e ha bisogno d’aiuto: le chiusure forzate, infatti, non solo portano a zero gli introiti aziendali, ma stanno ormai portando la clientela abituale di queste attività ad utilizzare i casinò online e non è detto che, una volta tornati alla normalità, torneranno a frequentare fisicamente le sale da gioco.
Il danno, quindi, è enorme e più grande di quanto si può oggi pensare: da qui l’urgenza di aprire subito, ovviamente con tutte le misure di sicurezza, per poter avere di che stipendiare i dipendenti e per non incrinare il rapporto cliente-impresa che alimenta il business e che, qualora si riduca di molto, porterà alla riduzione del personale assunto.
Con questo ovviamente l’intenzione non è quella certo di puntare il dito sul settore dei giochi online, anche perché è sempre stato un settore parallelo per un’utenza differente e/o che risiede lontano dai casinò. Senza contare che c’è collaborazione per via delle formule casinò live, che portano l’utenza, tramite webcam, proprio all’interno di questi casinò fisici: clicca qui per più informazioni.
Inoltre: aiuti economici, la cassa integrazione, la revisione delle imposte
Dal momento che le finestre di apertura che ci sono state nel 2020 non sono affatto state sufficienti per recuperare quanto perso e portare queste aziende “fuori pericolo” di fallimento, esse oltre a richiedere l’apertura, hanno avanzato nel documento congiunto, altre richieste a questo Governo. Innanzitutto si è pensato ai dipendenti ed è stata richiesta per loro la cassa integrazione.
In secondo luogo si è trattato l’argomento delle imposte. Negli ultimi anni il peso delle tasse su questa tipologia di impresa è andato aumentando sempre di più e, tra l’altro, non sempre in proporzione a quanto incassato. In tali condizioni, dopo un 2020 così come è stato, le case da gioco, quindi, richiedono una revisione dell’impianto delle imposte, nonché una riduzione delle stesse anche tenendo in considerazione di rivalutare il rischio legato alla ludopatia in questi luoghi dove c’è un controllo ed un monitoraggio molto attento e vigile.